“L’arcobaleno delle favole” e il suo Mondo Magico
In un mondo in cui imperano la violenza delle immagini, il tono alto della voce e il videogioco è possibile catturare l’attenzione dei bambini con un classico “c’era una volta”? Chi ha a che fare con il mondo dell’infanzia non ha dubbi a rispondere di sì, basta ancora pronunciare quella frase e scatta la magia. Ne è convinta Livia De Bonis, autrice esordiente, che con Loffredo ha pubblicato L’arcobaleno delle favole, nella collana “Semi di Partenope”. Con un linguaggio semplice, capace di suscitare immagini e di lasciare la fantasia del bambino libera di spaziare e dare volto e voce a ciò che gli viene narrato, la scrittrice napoletana traspone la propria esperienza a contatto con i più piccoli (il libro, infatti, è adatto a bambini dai 4 anni in su). Favole raccontate di getto di solito perdono quell’immediatezza originaria. Ma qui si tende a privilegiare la semplicità del linguaggio parlato. Con una volontà di fondo: non indugiare nella violenza. Questo non significa eludere il dolore. Non sarebbe educativo. Ma vuol dire accompagnare il bambino a comprendere che ogni paura può essere vinta. Per questo è fondamentale il rapporto con l’adulto che, narrando, stimola la fantasia, suggerisce la morale se non è il bambino a scoprirla per primo.
Da ciascuna delle ventiquattro favole affiorano personaggi, tratti dalla natura e dal repertorio classico delle favole, immersi in un mondo luminoso e colorato su cui, spesso, si abbattono ombre. Sono principi, elfi, draghi, fate, principesse, cavalli alati, piante parlanti che impersonano i valori, gli ideali della vita: la speranza, la condivisione, la difesa dei più deboli, il rispetto della natura, la forza dei vincoli familiari, l’amore per la verità e la giustizia. Ce n’è davvero per tutti. Così attraverso la favola della ” Sfera magica di cristallo” il bambino apprende che anche quando si sbaglia c’è la possibilità di riscatto, c’è qualcuno che sa perdonare; in “Due fratelli e il dono del tempo” risalta il legame fra i protagonisti, ma anche il desiderio di difendere le creature della natura. Felice anche l’idea dell’autrice d’inserire, al termine di ogni favola, una piccola morale che aiuti il bambino a comprendere come una storia di fantasia possa nascondere una verità, un piccolo insegnamento.