Ecco gli otto giganti a guardia del Palazzo
Domani, 6 febbraio 2015, alle ore 16,30, presso Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli (via Toledo 185) sarà presentato il volume dal titolo OTTO GIGANTI A GUARDIA DEL PALAZZO di Gina Carla Ascione, con foto di Giovanni Genova, per le Edizioni BIBLIOPOLIS, la casa editrice napoletana guidata da Francesco ed Emilia del Franco. Ne discuteranno con l’autrice: Gian Giotto Borrelli, Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, Guido D’Agostino, Università degli Studi di Napoli Federico II, Leonardo Di Mauro, Università degli Studi di Napoli Federico II, Stefano Gizzi, Soprintendente Mibact.
Lo studio ricostruisce le fasi d’ideazione, realizzazione e messa in opera delle otto colossali statue che, dal 1888, decorano le nicchie del prospetto principale del Palazzo Reale di Napoli: poste sotto gli occhi di tutti, ma di rado guardate con attenzione. Le statue raccontano un momento di grande fervore culturale ma anche di forti contraddizioni, che investì la città all’indomani dell’unità d’Italia. Per il viaggiatore attuale di passaggio rappresentano un’immagine topica, da immortalare con uno scatto fotografico, per i napoletani di una certa età costituiscono il ricordo di una irriverente filastrocca imparata quando erano scugnizzi, per i bambini di oggi lo sfondo per infinite partite di pallone. In realtà, al di là della retorica dei gesti e della magniloquenza del tema, le grandi statue, accolte dalle nicchie vanvitelliane, possono essere considerate un campionario della scultura meridionale della seconda metà del XIX secolo.
Anche la scelta degli otto diversi scultori ai quali affidare la decorazione della facciata fu significativa: vennero selezionati sei artisti campani, un fiorentino e un calabrese, ma tutti con una carriera ben radicata in città, con il chiaro intento di non inimicarsi l’ambiente culturale locale. Gli scultori più anziani, che pure avevano avuto rapporti con il precedente regime borbonico, ne avevano da tempo preso le distanze. Alcuni, come Emanuele Caggiano, si erano prodigati per l’unità nazionale. Tutti, anche i più conservatori, quali lo stesso Caggiano e Tommaso Solari, avevano mostrato di saper aderire alle nuove tendenze artistiche propugnate da casa Savoia, preferendo all’ideale classico degli esordi lo stile moderno orientato alla trasposizione del vero in scultura. Affrontare oggi, con la dovuta prospettiva storica e attraverso le maggiori acquisizioni bibliografiche sui singoli scultori, lo studio degli otto giganti posti a guardia del Palazzo Reale rappresenta un’ulteriore conoscenza del periodo storico che ne determinò la creazione e la messa in opera. L’indagine storico artistica è accompagnata dalle immagini fotografiche di Giovanni Genova che si concentrano non solo su particolari minuti, difficilmente notati dal normale spettatore, ma colgono l’intero prospetto e il “Largo di Palazzo”, immersi in atmosfere di luce surreale, durante i vari orari del giorno e della notte. I fenomeni atmosferici, il sole, la pioggia, il vento ci restituiscono la facciata in tutta la sua maestosa grandezza sia quando si staglia in un panorama deserto, sia quando fa da fondale a eventi, manifestazioni, momenti di vita quotidiana.
Il lavoro avviato da Annibale Sacco, direttore della Real Casa di Napoli e portato a termine dal suo successore Giuseppe Rosati, dopo quasi quattro anni di polemiche, interruzioni e difficoltà di varia natura, s’inserì nel clima di fervore che coinvolse molti settori della città che, avendo perso il ruolo di capitale del Regno, non si arrendeva all’idea di rimanere indietro rispetto ai nuovi centri di potere. Testimoni del periodo furono uomini illustri che contribuirono a definire i destini di Napoli: Nicola Amore, Eduardo Scarfoglio, Domenico Morelli, Salvatore Di Giacomo, Rocco de Zerbi, Gaetano Filangieri, Matilde Serao.