Giovani artisti diventano Charlie
Tra la posta della redazione ho trovato l’immagine che vedete in apertura di questa pagina. Mi ha colpito in maniera particolare. Si tratta di un’opera di una giovane artista romana di origine partenopea, nostra collaboratrice, Camilla Mazzella. L’opera è stata realizzata il giorno stesso del vile attacco terroristico, avvenuto il 7 gennaio 2015 contro la sede del giornale satirico Charlie Hebdo, a Parigi. Ciò che mi ha impressionato non è tanto l’ottima qualità dell’opera o la sua bellezza, quanto il sentimento di angoscia che trasmette.
È una sensazione molto diversa da quell’indignazione che può provare un adulto, già inserito nel mondo del lavoro e avvezzo alle difficoltà e ai piaceri che la vita dell’uomo solitamente offre. È un’emozione molto più forte e intensa, un misto di confusione e di paura, che impedisce di guardare avanti con la serenità e l’entusiasmo che sono propri di un giovane. Sembra quasi un velo di nebbia steso sul futuro, un colpo di spugna sulla parola speranza.
Nessuno ha il diritto di privare i ragazzi delle loro speranze e nessuno di noi adulti può fare finta di nulla, archiviando la situazione con la banalissima frase: “I giovani devono imparare che la vita non è tutta rosa e fiori”. Lo sforzo di chi ha superato l’età della gioventù deve essere quello di diradare la nebbia sulle speranze dei ragazzi, perché una società senza speranza è già morta. Anche se nessuno lo ammette e nessuno ne vuole parlare.