I saperi dell’Orientale”: Jihad e Califfato islamico

I saperi dell’Orientale”: Jihad e Califfato islamico

Domani, 25 febbraio 2015 alle 20.00, presso la sede del’’Orientale di Palazzo Du Mesnil (via Chiatamone 62), si terrà il terzo incontro del ciclo «I saperi dell’’Orientale».  Questa terza tornata è dedicata all’approfondimento di temi come “jihad” e “Califfato islamico”, che saranno approfonditi da Agostino Cilardo, ordinario di “Storia e istituzioni del mondo musulmano”. La concezione di sovranità e potere presenta nelll’islam una sua peculiarità. L’elaborazione del concetto di umma (comunità) islamica cominciò quando Muhammad prese il potere a Medina, dopo la migrazione dalla città di Mecca. Il vincolo tribalizio basato su una comune discendenza fu sostituito dal vincolo religioso, cioè l’appartenenza all’islam, dando così inizio a una nuova istituzione.

Muhammad non lasciò indicazioni su come e chi dovesse prendere il suo posto quale capo di questa nuova comunità. Alla sua morte, si crearono due opposti partiti che hanno dato origine alla principale divisione dei musulmani, i sunniti e gli shi‘iti. Le qualità che deve possedere il califfo (sunniti) sono alquanto diverse da quelle dell’imam (shi‘iti). Questa suddivisione è sempre esistita nel corso della storia, e ancora oggi sunniti e shi‘iti formano due blocchi spesso contrapposti.

«L’analisi dei concetti di “jihad” e di “califfato” deve partire da queste premesse. Il “Califfato – si chiede Cilardo –  rispetta le condizioni richieste dal diritto islamico? Qual è il ruolo del “Califfato islamico” nella contrapposizione sunniti-shi‘iti? Perché giovani, anche formati in contesti laici e anche di seconda generazione, si sentono attratti dalle vicende del “Califfato islamico”? Quali sono i rapporti musulmani-non musulmani, così come sono regolamentati dal diritto islamico? Le uccisioni dei nemici, con i metodi atroci divulgati dai media, hanno una qualche giustificazione dal punto di vista islamico, anche se si tratta di fondamentalisti?».

In questo contesto va analizzato il concetto di jihad, spesso reso impropriamente come “guerra santa”; ma esso ha una portata maggiore, in quanto esiste un “jihad delle anime” e un “jihad dei corpi”. In ogni caso, in questo secondo significato, la sua trattazione va collocata nell’ambito del diritto internazionale islamico, quale uno dei suoi principi.


Questi i prossimi appuntamenti:

4 marzo, Carlo De Angelo: “La legge islamica (shari‘a) in Occidente”

11 marzo, Lea Nocera: “La Turchia tra laicismo e islam”

18 marzo, Natalia Tornesello: L’Iran e i suoi dilemmi”

25 marzo, Daniela Pioppi: “Caos in Medio Oriente: hic sunt leones?”

1 aprile, Antonia Soriente: “L’altro islam: l’Indonesia”

8 aprile, Ruth Hanau Santini: “Le sorprese della democrazia tunisina

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