Nuovi studi sulla canzone napoletana
Oggi, giovedì 9 giugno 2016, alle 17:30, a palazzo Arlotta (via Chiatamone 63), sede partenopea dell’Istituto di Cultura meridionale, si terrà la tavola rotonda sullo studio della canzone napoletana, rilanciato in America dalla Georgetown University, il più antico e prestigioso ateneo cattolico statunitense che, dopo aver promosso un convegno internazionale sul tema, ha pubblicato ora un libro con l’editore Lexington books.
L’incontro è promosso dall’Istituto, in collaborazione con la Fenco, Federazione nazionale dei Consoli, e il dipartimento di Spettacolo della Georgetown University.
Al centro della manifestazione la presentazione del volume The Neapolitan Canzone in the Early Nineteenth Century as Cultivated in the Passatempi musicali of Guillaume Cottrau (La canzone napoletana ai primi dell’Ottocento nei Passatempi musicali di Guillaume Cottrau), curato da Pasquale Scialò, Francesca Seller e Anthony R. Del Donna.
All’incontro, dopo i saluti di Gennaro Famiglietti, presidente dell’Istituto, interverranno Antonia Lezza, docente di Letteratura teatrale italiana dell’università di Salerno, e lo storico Marco Rovinello. Con loro parteciperanno i curatori del libro Pasquale Scialò, docente di Musicologia dell’università suor Orsola Benincasa di Napoli e di Pedagogia della musica del conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno, Francesca Seller, docente di Storia della musica dello stesso conservatorio, e Anthony R. DelDonna, docente di Musicologia della Georgetown University di Washington DC, in videoconferenza.
Brani dei Passatempi musicali – La romanella, L’amante scornuso, Canzone di Pescatore e Calascionata napolitana (Fenesta vascia) – e di Donizetti – Lo trademiento, La conocchia e Me voglio fa’ na casa – saranno infine interpretati dal soprano Paola Francesca Natale, accompagnata al pianoforte da Francesco Pareti.
Con i contributi di Francesco Cotticelli, Raffaele Di Mauro, Massimo Distilo, Paologiovanni Maione, Francesco Nocerino, Pasquale Scialò, Francesca Seller e Giovanni Vitale, questa pubblicazione conferma l’interesse dell’accademia americana per lo studio della canzone napoletana, prendendo spunto da un’altra iniziativa dell’università statunitense, che, nel 2013, ospitò un convegno internazionale sullo stesso tema, nella sua bella sede italiana di villa le Balze a Fiesole, con il patrocinio della Società italiana di Musicologia.
Passatempi musicali è la raccolta di brani vocali da camera di Guillaume-Louis Cottrau, pubblicata a partire dal 1824 dall’editore partenopeo Bernard Girard. Fenesta vascia, Lo guarracino ovvero Canzone sulla tarantella, Michelemmà, Fenesta ca lucive, la Serenata di Pulcinella e la carnascialesca Canzone di Zeza sono alcuni dei più celebri titoli di questa raccolta di «68 canzoncine prese dalla bocca del popolo e aggiustate per canto e pianoforte», in realtà costituita non solo da trascrizioni ed elaborazioni di materiali di tradizione orale, ma anche da composizioni originali d’autore. Premiati da un successo editoriale internazionale, i Passatempi costituiscono una premessa fondamentale per la nascita della canzone napoletana d’autore, influenzandone significativamente nel tempo i linguaggi e le forme.
Chi era Guglielmo Cottrau
Cottrau, parigino di nascita (1797) e napoletano di adozione (dove morirà nel 1847), soprannominato «il parigino di Mergellina», fu un personaggio poliedrico e pieno di interessi, in particolare – e per tutta la vita – quello della musica. Giunge adolescente a Napoli, insieme al padre, che ricopre importanti incarichi politici durante il decennio francese, rimane al ritorno di Ferdinando di Borbone e sposa la figlia di Domenico Cirillo. Studia canto con il celebre sopranista Girolamo Crescentini e viene educato nel prestigioso Regio Collegio di Marina. Tenta la carriera diplomatica, ma ben presto decide di dedicarsi esclusivamente all’editoria musicale. Nel 1824 diventa direttore della casa editrice Girard, per la quale comincia la pubblicazione dei Passatempi. Con il grande successo della raccolta, nel giro di pochi anni acquista la proprietà esclusiva della casa editrice, dandole un respiro europeo e un catalogo ricchissimo. Alla sua morte, il figlio Teodoro continuerà a occuparsi dell’azienda, che prospererà fino all’Unità d’Italia.