Il povero pescatore e l’Apollo di Gaza
L’area è una delle tante del Mediterraneo che si presta a ritrovamenti archeologici eccezionali, perché nei millenni ha vissuto diverse occupazioni. Anche da parte delle truppe dell’antica Roma. Ci riferiamo allo stupendo tratto di spiaggia della striscia di Gaza dove, alcuni giorni fa, un giovane e povero pescatore della zona, Joudat Ghrab, ha tirato su dalle acque del mare una bellissima statua in bronzo del dio greco Apollo. Un reperto di valore inestimabile, celato per oltre duemila anni da un fondale sabbioso e poco profondo.
Il giovane ha letto nel ritrovamento un segno del Signore che, come avviene in molte fiabe, finalmente lo aiutava a uscire dalle sue difficoltà economiche. Ma questa è una favola del Terzo Millennio, quindi, il pescatore non ha cercato di vendere il suo Apollo a qualche mercante della zona, ma l’ha messo all’asta su Ebay, con una base di partenza di 500mila euro. Una cifra ridicola rispetto al valore inestimabile della statua. Siccome il giovane non era sicuro che si trattasse di bronzo ed ha immaginato che la statua potesse essere d’oro, le ha anche segato un dito per sottoporlo all’esame di un esperto gioielliere.
Le cose, poi, non sono andate come il ragazzo si aspettava. Quando Hamas ha scoperto il ritrovamento e il tentativo di vendita all’asta del reperto, lo ha subito sequestrato, aprendo un’inchiesta per stabilire eventuali colpe. E non solo da parte del giovane.
Quella che sembrava una fortuna trovata in mare si è trasformata in un guaio per il pescatore, ma in una ricchezza per tutto il Mondo che, a inchiesta conclusa, potrà ammirare un altro eccezionale capolavoro dell’arte classica greca.