Città del teatro, ieri oggi domani
Siamo nel 1963. Vittorio De Sica sta girano “Ieri, oggi, domani” con Marcello Mastroianni e Sofia Loren. Un film a episodi, uno è su Napoli. Lei, è una contrabbandiera di sigarette di Forcella. Il quartiere è affollato. Il regista, con il megafono attira l’attenzione di tutti. Si presenta e poi: “Sono qui con Marcello e Sofia. Vi chiedo pochi minuti di silenzio per girare la nostra scena”. Finito il ciack, De Sica riprende il megafono e con il suo irresistibile carisma dice: “Grazie”. Dalla strada si alza un’unica voce: “Prego!” Lo racconta il figlio Christian nel varietà “Cinecittà”. Ecco, anche questa è Napoli. La Napoli bella, solare, solidale. La Napoli d’arte. Un ritratto che viene fuori, a dispetto delle brutture, dai commenti degli innumerevoli artisti che ci passano durante le tournée. Abbiamo chiesto loro: “Che cosa pensa di Napoli?” Ecco le risposte.
GIOBBE COVATTA, attore. “Sono nato a Taranto per caso perché mio padre era nella Marina e viaggiavamo, ma era di Ischia. Ho studiato e sono cresciuto qua, la cultura napoletana mi appartiene tutta e mi riconosco in essa, nel positivo come nel negativo. Guardandola da fuori, appare una città un po’ stantìa, che vive ancora nel mito della tradizione, nel folklore esasperato, ma c’è un’opinione pubblica stanca della mancanza di regole, che s’inquieta e scalpita. La cartolina classica è ammuffita. Io gioisco e soffro. Provo piacere, ma anche ansia e indignazione, come tutti i napoletani”.
PIPPO DEL BONO, autore, attore e regista. “Ce l’ho dentro, qui c’è passione, c’è cuore, mi sembra che certi muri non esistono. Vedo una sorta di libertà, anarchia, follia e non sento forme di razzismo, ma il senso della convivenza. E poi, amo il mare, che mi dà serenità e mi rimette in contatto con la mia parte spirituale”.
CLAUDIO DI PALMA, autore, attore e regista. “Sono transitato dalla mia città solo nel corpo, non posso fare a meno di sentirla. Come La Capria non dimentica Palazzo Donn’Anna, io non dimentico Via Palizzi, la strada della mia vita, dove ho amato e sofferto. Napoli è l’unica città al mondo che ha creato e prodotto senza alcuna interruzione, però la sua grandezza non è museificata, questo è un bene, ma purtroppo per lo stesso motivo, troppo spesso viene dimenticata o ignorata”.
MAX GIUSTI, attore e conduttore televisivo. “I miei amici mi rimproverano perché appena arrivo qui comincio a parlare in napoletano. Mi piace molto, è come danzare con la lingua sul palato”.
PAOLO ROSSI, autore, attore, regista. “E’ grandiosa, è la capitale del teatro. C’è rispetto per gli artisti. Ho avuto la possibilità di realizzare la mia seconda regia lirica al San Carlo, poi portata in Cina. Napoli e l’Avana sono le due città che amo”.
MARIA BOLIGNANO, attrice. “A Napoli ti accorgi della popolarità scendendo in strada. Lo share lo misuriamo sul rapporto con la gente, i nostri spettatori spesso ci attendono all’ingresso degli studi televisivi per salutarci e chiederci autografi. Il popolo napoletano è molto ironico, sa ridere anche della realtà”.
LEO GULLOTTA, attore. “Ho un impatto sempre positivo con questa città comunque viva, alla quale mi legano molti ricordi. è un po’ come casa mia”.
MARIANGELA D’ABBRACCIO, attrice. “Napoli chiama, sempre. E poi c’è il teatro che mi riporta alle mie origini. Tante cose diverse, molto stimolanti”.
GIORGIO ALBERTAZZI, attore. “Torno sempre volentieri a Napoli. Mi piace la città e spero che abbia fortuna anche nel calcio. E poi ha avuto il genio della comicità: Totò”.
BIAGIO IZZO, autore, attore. “Io non lascerò mai Napoli. Siamo combattuti tra la voglia di trovare riparo dalle preoccupazioni, ma è il luogo della vita reale che poi ci manca. In scena recito la poesia di Eduardo che ripete: “Vulesse truva’ pace/ ma ‘na pace senza morte”. Questo è il discorso”.
MASSIMO DAPPORTO, attore. “A Napoli sono di casa fin da bambino, quando seguivo mio padre Carlo. L’amo e mi dispiace sentir parlare sempre degli stessi problemi, vedo lo stesso modo di approcciarsi e di compiangersi. A Napoli la gente è più brava a risolvere le difficoltà di qualsiasi autore teatrale. Mi fa sempre piacere tornarvi, anche se mi sento in minoranza. è una città di attori, i napoletani hanno nella vita i tempi tragici e comici, che noi impariamo studiando. Qui basterebbe girare per le strade, ascoltare e parlare con la gente. è meglio dell’Accademia d’Arte Drammatica”.
PEPPE LANZETTA, autore, attore, regista. “Napoli è la mia linfa, la fonte d’ispirazione. Non ho mai voluto lasciare la mia città, perché ho sempre saputo che è un serbatoio senza fine nel quale tuffarmi. Ci sono alcuni miei scritti che non riesco a leggere perché mi fanno male. Ma è da qui che vengo. Ho fatto una lunga gavetta, eppure sono sempre nelle tragedie che racconto, anche se le trasformo”.
ENRICO MARIA LAMANNA, regista. “Ho un fortissimo legame con la mia città, sono innamorato di Napoli e proprio per questo la lascio. Aspetto il momento in cui, come una donna maltrattata e disprezzata, si rialzerà con orgoglio e parlerà”.
CARLO CROCCOLO, attore. “Napoli, purtroppo, è l’espressione di quest’Italia approssimativa, deteriore, dilettantistica. Un Paese in cui mancano sempre i fondi, si ruba, ci si fa i propri interessi”.
ALESSIA SINISCALCHI, attrice. “Ammiro molto chi riesce a restare a Napoli. L’adoro ma certe notizie mi addolorano: non si può ridurre così. Il mio legame con lei è comunque molto forte e importante. Quando vengo per recitare, mi sento coccolata. In una situazione così critica in cui è difficile farsi ascoltare, è molto bello. Ma mi rendo conto delle sue grandi contraddizioni”.
MONI OVADIA, autore, attore, regista “Vogliamo parlare della canzone napoletana? Si dice che sia diffusa ovunque, ma io credo che siano davvero poche le persone che vanno oltre “‘O sole mio” e “Torna ‘a Surriento”, eppure lo sappiamo che si tratta di un repertorio ricco e davvero sconfinato”.
FORTUNATO CALVINO, drammaturgo, regista. “Vedo che la Napoli di ieri, con i suoi valori sani convive con quella di oggi, molto connotata dalla violenza. Forse c’è tra la gente chi non si evolve, purtroppo, qui la tolleranza è al limite dell’intolleranza, nonostante le popolazioni extracomunitarie abbiano portato nuove e diverse culture che convivono con la nostra”.
MARCO MARTINELLI, regista. “Ho vissuto qui anni splendidi. Ci vengo con gioia ma con una punta di rammarico, perché purtroppo il progetto (“Arrevuoto”) nato a Scampia non è andato avanti come ci aspettavamo, ma la compagnia gira l’Italia con spettacoli molto apprezzati, vincendo premi ovunque”.
ENRICO MONTESANO, attore. “In un Paese spettacolare, tragico e superficiale come il nostro, la filosofia di vita napoletana ci aiuta. È una città che ha tanti aspetti positivi, la creatività, la fantasia, anche se non bastano. Ma altrove non stanno tanto meglio di noi”.
ANNA MARIA GUARNIERI, attrice. “Con Napoli ho un rapporto antico, dal Centro Rai ai teatri cittadini. Ci si sta d’incanto, è unica, incredibile, è bella e sono belli i napoletani. Forse è una città che tiene a conservare le proprie peculiarità, le specialità da ritrovare. Ricordo i cioccolatini di Gay Odin, che non mi faccio mai mancare quando arrivo qua”.
OTTAVIA PICCOLO, attrice. “E’ una città meravigliosa. Ho tanti amici e ci sto sempre volentieri. Viva Napoli”.
ALESSANDRO HABER, attore. “Amo Napoli infinitamente, tifo anche per la sua squadra da Maradona in poi. Mi piace farmi dondolare dalla città, farmi baciare dal sole e da questa gente eclettica, piena di energia, basta pensare ai grandi artisti che ha generato. Ho tanti amici napoletani e soggiorno sempre in un albergo sul lungomare per goderne appieno”.
ALESSANRO PREZIOSI, attore. “Mi pare che stia risorgendo. C’è sempre il malcontento, ma in occasione di un evento importante, la gente si mobilita, partecipa, mostra amore per la città. Sono fiducioso che se si avrà una piccola impennata le cose possano cambiare. è delle ricadute che bisogna avere paura”.
ANNA AMMIRATI, attrice. “Sogni d’interpretare Viviani con Tony Servillo. Desidero esprimermi nella mia lingua. Non vedo l’ora di vivere la mia città, passeggiare, rivederla e abitarci”.