Così a Napoli “rivive” Eduardo

Così a Napoli “rivive” Eduardo

Il presidente dell'Ordine e della Fondazione degli ingegneri di Napoli, Luigi Vinci

Il presidente dell’Ordine e della Fondazione degli ingegneri di Napoli, Luigi Vinci

Eduardo De Filippo rivive, a trent’anni dalla scomparsa, in una mostra che propone foto di scena, i suoi oggetti, locandine, costumi di scena e bozzetti di scenografie, programmi, manoscritti, rare pubblicazioni del Teatro San Ferdinando, i video delle sue commedie, la ricostruzione al vero del suo camerino, con arredi originali, il suo baule-armadio e i suoi materiali per il trucco. La mostra – dal titolo “Eduardo … luoghi, vita, opere” – è allestita nella Basilica di San Giovanni Maggiore, nel cuore del centro antico di Napoli. L’ingresso è gratuito.
Si tratta di un’iniziativa culturale promossa dalla Fondazione dell’Ordine degli ingegneri di Napoli (cui la Basilica è stata affidata dal CardinaleCrescenzio Sepe), presieduta da Luigi Vinci, in collaborazione con la Fondazione De Filippo, presieduta da Francesco Somma.
La rassegna, inaugurata per il Maggio dei Monumenti, è stata prorogata fino a tutto il mese di luglio e anche ad agosto (con orario ridotto). E’ visitabile dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 17. La domenica è aperta dalle 9 alle 12 (successivamente si celebra la funzione eucaristica, poiché la Basilica non è sconsacrata). Ad agosto sarà aperta solo la mattina dalle 9 alle 12.

Il tavolino del trucco con gli oggetti personali usati dal maestro

Il tavolino del trucco con gli oggetti personali usati dal maestro

cimeli di Eduardo sono stati messi a disposizione da Luca De Filippo, figlio del drammaturgo. In esposizione una selezione di scatti di Claudio Garofalo, dal 1970 al 1982 fotografo di scena di Eduardo. L’allestimento è a cura di Bruno Garofalo, per molti anni scenografo di fiducia dell’autore di Filomena Marturano.
“Abbiamo prorogato la mostra – spiega il presidente della Fondazione ingegneri Luigi Vinci – per offrire volontariamente un’ulteriore attrattiva ai visitatori della nostra città in un periodo in cui spesso le iniziative culturali ‘chiudono per ferie’, lasciando delusi i turisti”.
E per il 31 ottobre, data del trentennale dalla scomparsa di Eduardo, è prevista, sempre per iniziativa degli ingegneri napoletani, l’inaugurazione del restaurato camerino del drammaturgo, al Teatro San Ferdinando.
“Nell’ambito della mostra – spiega Bruno Garofalo – è stato riallestito il camerino del Maestro al Teatro San Ferdinando, come fosse una scenografia. Il visitatore si trova di fronte a una ricostruzione fedele dell’ambiente, come era negli Anni Cinquanta, dagli arredi ai colori delle pareti, fino alle luci”. Nel camerino riallestito in Basilica fanno bella mostra i commoventi cimeli della quotidianità di un attore: la scatola del cerone, i baffi e le basette posticce, la tovaglietta che copriva il tavolo dove De Filippo si truccava, il suo specchio, le forbici con cui acconciava e sistemava le parrucche prima di andare in scena. “L’obiettivo – aggiunge Claudio Garofalo – è restituire al visitatore tutto il fascino di un ‘mestiere’ sempre più dimenticato, fatto di competenza, passione, arte, tecnica”.

Il camerino riprodotto, come fosse una scenografia

Il camerino riprodotto, come fosse una scenografia

A integrare la rassegna è stata allestita una saletta multimediale, alle spalle dell’altare: un maxischermo e altoparlanti propongono non-stop frammenti video e audio che testimoniano il percorso artistico e umano di Eduardo. Tra i video, anche alcuni spezzoni delle produzioni Rai che – negli anni Sessanta e Settanta – portarono nelle case di milioni di italiani le commedie di Eduardo, in leggendarie produzioni che videro tra i responsabili anche lo scrittore Andrea Camilleri.
“La rassegna – spiega il presidente della Fondazione degli ingegneri Luigi Vinci – si inquadra nel ricco programma di eventi artistici e culturali da noi promosso in Basilica ormai da due anni. E’ una nuova tappa del nostro progetto per fare di San Giovanni Maggiore un fulcro per il riscatto del Centro antico di Napoli, attraverso eventi culturali, ma anche con iniziative di inclusione sociale e di servizio in favore dei soggetti più svantaggiati”.

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