Nuove strade per la regina dei cartoons

Nuove strade per la regina dei cartoons

Calimero e il draghetto Grisù

Calimero e il draghetto Grisù

In Toscana, tra le colline del Chianti, nelle campagne di Rignano sull’Arno, c’è una traccia di Napoli. È in Rossella Del Turco, cugina del cantautore Riccardo, quello di “Luglio col bene che ti voglio…”.  Lei, fiorentina doc, non nasconde l’amore per la Città del Vesuvio, tanto da sostenere che volentieri avrebbe voluto viverci e tanto da aver anche sposato un napoletano di via Stadera che, per un caso del destino, porta il cognome Fiorentino. Ma Michele, questo il suo nome, sostiene con veemenza, che dopo aver vissuto tanto tempo sulle colline del Chianti è un toscano a tutti gli effetti. Lo fa con un’ironia tutta partenopea. Infatti, lo dice in napoletano stretto, smentendo subito e da solo ciò che lui stesso sostiene. Poi, un sorriso sardonico gli si pianta sul volto e aggiunge: “Non scherziamo! L’unica ispirazione di Rossella sono io”.

I decupage, ovviamente con i fumetti, di Rossella Del Turco

I decupage, ovviamente con i fumetti, di Rossella Del Turco

Fin qui è una storia come tante, di italiani e italianità, se non fosse che Rossella, per più di quarant’anni ha vissuto contemporaneamente in due mondi diversi: nel suo studio e nella sua bellissima casa, ricavata in una chiesa dell’Anno Mille, oggi sconsacrata, e trasformata da Michele in una classica fattoria della Valle dell’Arno; e poi, nel magico mondo dei cartoni animati, dove tutto è sempre possibile. È stata la disegnatrice di Calimero, il tenero pulcino di Carosello, del draghetto Grisù, che sognava di diventare pompiere e di tanti altri personaggi animati che hanno affascinato milioni di bambini, ma anche  tantissimi adulti. Quelli che di fronte alle meraviglie della fantasia archiviano l’età anagrafica.
La presenza di questi personaggi è talmente forte nella matita Rossella, che mentre parliamo, seduti all’enorme tavolo della sua cucina, anche se priva di occhiali, fa lo schizzo di Calimero e Grisù senza neppure rivolgere lo sguardo verso il foglio (lo schizzo è quello che vedete in questa pagina).
Dopo gli studi all’Istituto d’Arte, Rossella, nel 1969, partecipa alla selezione di disegnatori per un lungometraggio animato su Pinocchio. Quando i produttori vedono il suo tratto preciso e rapido non se la lasciano scappare. Da allora non smette mai di disegnare, apre anche un suo studio e forma decine di nuovi disegnatori, fino al 2005, quando l’introduzione della computergrafica e la grande offerta estera di disegnatori, soprattutto giapponese, riduce a tal punto le commesse da costringerla a chiudere l’attività. Vittima della solita globalizzazione mal gestita in Italia.
Sulla sua seconda vita, quella nel mondo dei cartoons, sostiene che sicuramente è qualcosa che cattura, ma la realtà, per un adulto, è ben altra cosa. Poi, racconta un aneddoto della sua vita di disegnatrice: “Un giorno – dice – mi portarono nello studio un bambino che si immedesimava un po’ troppo con il personaggio dell’Uomo Ragno. I genitori mi chiesero di spiegargli come nasceva un cartone animato per sottolineare il fatto che si tratta solo di un prodotto della fantasia. Passai un’intera giornata con lui, gli mostrai tutte le fasi di lavorazione e mi resi conto che davvero era convinto dell’esistenza dell’Uomo ragno. È facile comprendere quanti problemi e quanti rischi può comportare un simile distacco dalla realtà per un bambino. Non so se riuscii, in quell’occasione, a fargli comprendere la differenza tra finzione e vita concreta. Capii, però, che la misura è indispensabile anche quando ci si lascia andare alla fantasia”.

Una vecchia sedia nasce a nuova vita col decupage

Una vecchia sedia nasce a nuova vita col decupage

Oggi, Rossella non disegna quasi più, ma continua a esprimere la sua vena creativa: ha trovato il modo di convogliare la sua fantasia e la sua visione del mondo in un’arte antica, il découpage, nata nel  Medioevo, quando i monaci amanuensi la utilizzarono per la prima volta per arricchire i loro manoscritti.  Si tratta di una tecnica relativamente semplice, nota in Italia come “lacca povera” che consiste nel ritagliare stampe o altre immagini su carta e incollarle su mobili o altri oggetti per poi ricoprirle di una lacca naturale, trasparente e lucida.
Lei, riguardo agli oggetti che crea con questo procedimento, non vuole sentir parlare di arte. Si schermisce e cambia discorso. Dice: “È un sistema per recuperare e dare nuova vita a vecchi oggetti, che altrimenti andrebbero in discarica. Un modo come un altro per evitare inutili sprechi”. Ma, a guardare il prodotto del suo lavoro, si capisce subito che c’è molto di più di questo. C’è una grande modernità, c’è la luce di una fantasia dai colori decisi, c’è l’espressione di un mondo che è sintesi tra realtà e cartoons. Insomma, vi si legge la creazione.
Così, una vecchia sedia in legno, di quelle che occupavano le cucine delle case italiane fino agli Anni Cinquanta, diventa un moderno e soprattutto funzionale oggetto di arredo. La semplice scatola di legno grezzo, che conteneva bottiglie di vino, si trasforma in un prezioso scrigno, che narra l’armonia dei colori della Natura.
Ma la prorompente voglia di creare di Rossella non si ferma al découpage. Le stoffe dai colori sgargianti e decisi, dai disegni particolari e suggestivi sono l’altra sua passione. Con i rimasugli di lavorazione, di cui è diventata una cacciatrice esperta, non solo sul territorio italiano, crea oggetti per la vita di tutti i giorni: dal porta torte al calendario dell’Avvento, dai cuscini alle presine per la cucina, fino a coloratissimi mazzi di fiori che, forse, anche la Natura potrebbe adottare come suoi.
Tutto questo materiale occupa ogni angolo e ogni spazio libero da mobili del suo soggiorno-studio, trasformandolo in un piccolo Paese dei Balocchi. Gioia per gli occhi di chi lo ammira. Chissà, questa involontaria esposizione potrebbe essere letta come un ritorno al suo primo lavoro di disegno, quello del Pinocchio di Collodi.

 

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