I significati occulti del calendario, alle radici del tempo e dell’anima
Che cosa hanno in comune Halloween/Samhain, le commemorazioni dei defunti, San Martino, Santa Lucia, la festa dell’Avvento e il Capodanno? E il Natale, con la celebrazione della testa rotolante di San Giovanni a giugno? E poi, i fuochi di Sant’Antonio con quelli di Imbolc e Candelora; il Carnevale con la resurrezione di Attis e Pasqua; Beltaine, Valpurga, Calendimaggio e la tradizione dell’albero fiorito? Una volta, ogni data del calendario era dedicata a una entità oppure a un evento di natura celeste: tutti i giorni erano sacri, e il tempo, per esempio, nell’antica Roma tutt’al più si distribuiva tra giornate faste e nefaste, non tra sacro e profano. Non è quindi un caso che, con l’avvento del cristianesimo, il Martyrologium abbia occupato quasi militarmente ogni singola data dell’anno intitolandola a un santo. Questi sono soltanto alcuni degli elementi essenziali per comprendere e ricomporre le tessere disperse dell’incredibile mosaico del calendario, il cui senso originario è stato offuscato e a volte stravolto dalle secolari sovrapposizioni liturgiche. Lo ricorda lo scrittore e saggista Maurizio Ponticello che, dopo i successi di Misteri, segreti e storie insolite di Napoli (Newton Compton) e del thriller La nona ora (Bietti), torna sugli scaffali con questo straordinario saggio su ciò che diamo maggiormente per scontato: il tempo. Si tratta de I pilastri dell’anno. Il significato occulto del calendario, edito dalle Edizioni Mediterranee/Arkeios per la prestigiosa collana La via dei simboli.
In questo nuovo lavoro l’autore si sofferma sulla natura qualitativa e simbolica dell’almanacco e del tempo cosmico: “Il calendario – afferma – ha già un quadrante di per sé perfetto cui fare riferimento: la carta celeste. È lì, difatti, nell’immensa calotta stellata e nell’analogia evidente con lo spirito umano che si possono scorgere alcune risposte. Così hanno fatto le culture arcaiche prendendola a modello per determinare – e mai fissare – la corsa del tempo e le azioni che riguardano gli individui, la memoria di ciò che è trascorso e di ciò che deve venire, per contemperare, insomma, le varie necessità pubbliche e private e, fondamentalmente, per trovare una concordanza tra le primarie esigenze di culto e quelle della politica”. Con queste premesse, Ponticello indaga la onnivora mentalità moderna che cerca di fagocitare sia spazio che tempo per ricondurre il tutto a un principio di utilitarismo economico, e poi, rispolverando antiche storie, tradizioni, miti e leggende per illuminare il significato perduto delle feste più importanti e conosciute, l’autore recupera e dimostra l’idea della circolarità dell’anno rammentando che fin dall’analisi etimologica del suo lemma (dal latino annus, e poi dal suo diminutivo annulus, anello) si ha la precisa cognizione del tempo che ritorna: muore e poi nasce, si riproduce dalle sue stesse ceneri. Inoltre, non ci sono dubbi che al principio il calendario fosse un codice rituale in quanto rappresentava il tentativo degli uomini di determinare i punti di collegamento tra i fenomeni celesti e la loro risonanza nell’esperienza animica. Le tappe cosmiche coincidono analogicamente con quelle interiori, la misura dell’universo in perenne e ciclico movimento è la medesima di quella spirituale. Purché lo si avverta, cioè a patto che gli eventi astronomici e il loro significato simbolico non restino confinati in un altro mondo bensì vengano calati nella realtà quotidiana con tutta la sacralità che li contraddistingue. Un vademecum per uscire dal labirinto, un libro da non perdere.
I PILASTRI DELL’ANNO. IL SIGNIFICATO OCCULTO DEL CALENDARIO
Autore: Maurizio Ponticello
Edizioni: Mediterranee/Arkeios – CollanaLA VIA DEI SIMBOLI
ISBN: 9788864830124
Pagine: 224
Formato: 17×24
Tematiche e argomenti: Religione, Storia, Esoterismo, tradizione, mitologia, simbolismo, religioni comparate
Prezzo: € 22,50